Prima di procedere ad una descrizione di cosa è la Bioedilizia, è necessario fare chiarezza sui termini più frequentemente usati, spesso erroneamente, quando si parla di edilizia sostenibile in generale; alcuni di questi infatti vengono usati spesso come sinonimi, ma non è proprio così:

Sostenibilità è un concetto di largo respiro che riguarda non solo l’ambiente “naturale”, ma anche lo sviluppo economico e sociale.

La Compatibilità è riferita invece ad un “armonico inserimento nell’ambiente”.

Il Riciclo prevede la trasformazione di  un manufatto in un altro, uguale o diverso dal precedente, attraverso un ciclo “parzialmente chiuso” (posso ricliclare più volte lo stesso manufatto, ma non posso tornare al materiale di partenza).

Il Riuso permette un diverso utlizzo dello stesso manufatto.

Bioarchitettura è un termine un po’ più ampio riferito anche alla progettazione.

Architettura bioecologica aggiunge l’aspetto ecologico, quindi riferito all’ambiente oltre che alla persona.

La Bioclimatica affronta la tematica energetica soprattutto in fase di progettazione, fruttando le condizioni naturali dell’ambiente (es. orientamento, venti ecc.), ma può essere realizzata anche con l’utilizzo di materiali non “bio”.

Il Risparmio energetico può essere un correttivo applicato a situazioni esistenti.

Impatto 0…io lo chiamerei “impatto temporaneo”, nel senso che, pur costruendo un edificio con materiali completamente naturali e a “ciclo chiuso” (cioè una volta demolito i materiali possono essere reintrodotti nell’ambiente con le stesse caratteristiche iniziali), un impatto “fisico” sull’ambiente, durante tutto il ciclo di vita, è ineludibile.

Km 0...anche qui un “eufemismo”…diciamo il più vicino possibile, quindi evitando di aumentare il “carico energetico” di un materiale.

Ma veniamo alla BIOEDILIZIA, che come vedremo contiene in sé molti dei concetti sopra elencati:

Con il termine bioedilizia si intende una “cultura edile” fortemente orientata alla sostenibilità ambientale, all’utilizzo dei materiali anziché al loro consumo, secondo  percorsi circolari, così come avviene in natura.

Possiamo affermare che si costruisce “in bioedilizia” quando l’attenzione è rivolta a:

•    valutare l’eco-bilancio dei materiali
•    mantenere “cicli chiusi” (produzione/utilizzo/ri-utilizzo o riciclo/smaltimento)
•    usare materie prime rinnovabili
•    risparmiare energia
•    risparmiare risorse
•    utilizzare materiali diversi per funzioni diverse
•    utilizzare materiali locali
•    evitare il superfluo
•    non contrastare, ma assecondare la natura

Va da sé che il rispetto di tutte queste condizioni richiede impegno da parte sia del committente che del costruttore (beh sì, anche dell’architetto…), che devono, il primo accettare un ricarico dei prezzi del 20% circa (a favore però di un comfort abitativo nemmeno paragonabile all’edilizia “standard”) ed esigere dal costruttore tutte le certificazioni dei materiali; il secondo, rispettare rigorosamente la normativa relativa e realizzare la costruzione “a regola d’arte”.
E l’architetto? Essere competente in materia, prima di tutto!

Autore: FCG- Fàlacasagiusta