Cosa sono le Energie Rinnovabili?

In linea di massima, sono da considerarsi energie rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti “rigenerabili” o “non esauribili”, il cui utilizzo non compromette quindi le risorse naturali per le generazioni future.

Infatti, benché teoricamente “nulla si crea e nulla si distrugge”, possiamo distinguere fra fonti di energia considerate rinnovabili (il sole, il vento, ecc…), e quelle non rinnovabili, le quali hanno periodi di formazione di molto superiori a quelli di consumo attuale (ad es:  fonti fossili quali petrolio, carbone, gas naturale), oppure sono presenti in riserve non inesauribili (ad es:  l’isotopo 235 dell’uranio, utilizzato per produrre energia nucleare).

Quali sono le Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)?
Secondo la normativa di riferimento italiana, sono  “rinnovabili”: « …il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici. »
In breve:
– Energia solare (solare termico e termodinamico, fotovoltaico)
– Energia eolica (sfruttamento della forza del vento)
– Energia idroelettrica (sfruttamento delle maree, del moto ondoso, energia talassotermica)
– Energia geotermica (sfruttamento del calore naturale della terra)
– Energia da biomasse (biocarburanti, gassificazione, oli vegetali o cippato).

Queste fonti energetiche, oltre ad essere almeno teoricamente inesauribili, sono ad impatto ambientale nullo in quanto non producono né gas serra né scorie inquinanti da smaltire.
Perché dico “almeno teoricamente”? Perché se alcune FER (solare, eolico, idroelettrico…) sono “per natura” rinnovabili, altre, come le cosiddette “biomasse”, sono sì rigenerabili ma non inesauribili senza un intervento programmatico che consenta di riprodurre (naturalmente o artificialmente) quanto sottratto all’ambiente. Devono quindi essere anche ecosostenibili.

Tecnologie:

Solare termico: il più  “amato” dagli italiani! Permette di trasformare l’energia irradiata dal sole in energia termica, per la produzione di acqua calda sanitaria, per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti, con poca spesa e interventi poco invasivi. Gli impianti hanno una vita media di oltre 20 anni e tempi di ritorno dell’investimento molto brevi.

Solare fotovoltaico: converte direttamente l’irradiazione solare in energia elettrica. I pannelli sono composti da celle fotovoltaiche, una sorta di minuscole “batterie”. Il materiale usato per le celle fotovoltaiche è il silicio, il cui costo è tuttora elevato, tuttavia la campagna di incentivazione economica promossa a favore del fotovoltaico ha fatto sì che anche in Italia un numero sempre crescente di tetti in tegole si siano trasformati in tetti in silicio!

Impianto Eolico:  sfrutta l’energia del vento per produrre elettricità. Gli impianti sono costituiti da aerogeneratori che trasformano l’energia cinetica del vento in energia meccanica e infine  in energia elettrica. Possono essere realizzati impianti eolici di varie dimensioni organizzati in “parchi”, con aerogeneratori di altezza e potenza differente (e con polemiche varie sul loro utilizzo).

Impianto idroelettrico: l’energia idroelettrica viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie alla creazione di dighe e di condotte forzate, oppure sfruttando le maree, il moto ondoso, la differenza di temperatura tra la superficie del mare e la sua profondità. E’ la tecnologia più comune, quello che la rende poco sostenibile è il dispendio di energia nel passaggio dalla fonte primaria all’utenza finale!

Impianto geotermico: utilizza le sorgenti di calore che provengono dalle zone più interne della Terra, nel sottosuolo. E’ naturalmente legata a quei territori dove vi sono fenomeni geotermici, dove il calore può essere sfruttato per produrre energia elettrica attraverso una turbina a vapore, oppure utilizzato per il riscaldamento per gli usi residenziali ed industriali.

Biomassa: impiega ai fini energetici tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati come combustibili, o trasformati in combustibili liquidi o gassosi negli impianti di conversione. Il termine biomassa riunisce materiali di natura diversa, dai residui forestali agli scarti dell’industria di trasformazione del legno o delle aziende zootecniche.

Autore: FCG-Fàlacasagiusta