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L’autunno è una stagione magica in Toscana: le colline si vestono di mille sfumature dal giallo all’oro, dal rosso al marrone, creando paesaggi da cartolina. È il momento perfetto per immergersi nella natura rigogliosa e godersi passeggiate indimenticabili tra borghi storici, vigneti e boschi. Ecco alcuni itinerari di foliage e natura da non perdere per vivere un autunno autentico in agriturismo.

1. La Val d’Orcia: poesia tra le colline dorate

La Val d’Orcia, con i suoi dolci pendii e borghi come Pienza, Montalcino e San Quirico d’Orcia, è tra i posti più suggestivi per ammirare il foliage. Le distese di cipressi, gli uliveti e i vigneti colorati regalano scenari spettacolari. Consigliamo una passeggiata tra i sentieri di Monte Amiata, dove i boschi si tingono di rosso e arancio. (agriturismi in Val D’Orcia)

2. Gli Appennini Apuani: natura selvaggia e colori intensi

Per chi ama un contatto più diretto con la natura, gli Appennini Apuani offrono boschi di castagni, querce e faggi che, in autunno, esplodono con tinte calde e avvolgenti. Camminate nei sentieri di Massa e Carrara possono essere seguite da degustazioni di prodotti tipici in agriturismi locali. (agriturismi vicino a Massa Carrara)

3. Il Chianti: fra vigneti dorati e borghi medievali

Il Chianti non è solo sinonimo di vino di qualità, ma è anche uno dei territori più belli per le escursioni autunnali. I filari di vite si tingono di rosso e giallo, incorniciando borghi come Greve in Chianti e Castellina. Un percorso panoramico tra cantine e agriturismi permette di assaporare i profumi dell’autunno toscano. (agriturismi nel Chianti)

Consigli pratici per il tuo soggiorno

  • Scegli un agriturismo nel cuore della Toscana per vivere l’esperienza a 360 gradi.
  • Approfitta delle attività proposte, come passeggiate guidate, degustazioni di vini e piatti tipici autunnali.
  • Porta con te scarpe comode e una macchina fotografica: ogni angolo regala un’immagine che resterà nel cuore.

L’autunno in Toscana è un invito a rallentare il ritmo e a godere dei piccoli piaceri della vita, immersi in uno scenario naturale senza tempo. Prenota ora il tuo soggiorno in agriturismo e lasciati incantare dai colori caldi del foliage toscano.

Ravioli

C’è un momento, tra vendemmia e castagne, in cui l’aria profuma di legna e la cucina di campagna si riempie di colori caldi. È il momento perfetto per i ravioli di zucca: un piatto semplice e poetico, tipico degli agriturismi del Nord Italia, che porta in tavola dolcezza, sapidità e tanta manualità.

Ingredienti per 4 persone

Pasta all’uovo

  • 300 g farina 00 (oppure 200 g 00 + 100 g semola rimacinata)
  • 3 uova medie
  • 1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
  • Un pizzico di sale

Ripieno

  • 500 g polpa di zucca già cotta e asciutta (delica o mantovana)
  • 120 g ricotta vaccina ben scolata
  • 60 g Parmigiano Reggiano grattugiato
  • Noce moscata q.b.
  • Sale e pepe

Condimento classico

  • 80 g burro
  • 8-10 foglie di salvia
  • 40 g Parmigiano Reggiano grattugiato
  • Pepe nero a piacere

Tempo: 60 minuti circa (più il tempo di riposo della pasta).
Difficoltà: media.
Occorrente: mattarello o tirapasta, rotella dentellata o stampo per ravioli.

Come preparare la zucca

Taglia la zucca a spicchi, elimina semi e filamenti, cuocila in forno a 180 °C per 35-45 minuti finché tenera. Recupera la polpa e lasciala asciugare in padella 3-4 minuti a fuoco dolce oppure in un colino per 30 minuti: il ripieno non deve essere acquoso.

Impasto

  1. Versa la farina a fontana, unisci uova, olio e sale.
  2. Impasta fino a ottenere una palla liscia ed elastica (8-10 minuti).
  3. Copri e fai riposare 30 minuti.

Ripieno

  1. Schiaccia la zucca, aggiungi ricotta, Parmigiano, noce moscata, sale e pepe.
  2. Mescola fino a una crema morbida ma sostenuta. Regola la sapidità: il ripieno deve essere leggermente saporito per bilanciare la dolcezza della zucca.

Formatura dei ravioli

  1. Stendi la pasta in sfoglie sottili.
  2. Distribuisci piccole noci di ripieno distanziate, copri con un’altra sfoglia, sigilla bene l’aria.
  3. Ritaglia con la rotella o con lo stampo. Lascia asciugare 10 minuti su un canovaccio infarinato.

Cottura e condimento

  1. Tuffa i ravioli in acqua bollente salata per 3-4 minuti.
  2. Intanto fai spumeggiare il burro con la salvia in padella.
  3. Scola delicatamente i ravioli, saltali nel burro profumato, completa con Parmigiano e una macinata di pepe.

I consigli dell’agriturismo

  • Zucca giusta: delica o mantovana hanno polpa asciutta e saporita.
  • Asciugatura: è il segreto del ripieno che non “scappa”. Se serve, aggiungi un cucchiaio di pangrattato fine.
  • Sigillo perfetto: inumidisci leggermente i bordi e premi con decisione. L’aria interna fa aprire i ravioli.
  • Antispreco: ritagli di pasta? Tagliali a maltagliati per una minestra del giorno dopo.
  • Servizio: scaldare i piatti aiuta a non raffreddare il condimento a base di burro.

Varianti regionali

  • Mantovana: aggiungi 2-3 amaretti sbriciolati e un cucchiaino di mostarda di frutta tritata fine nel ripieno, per un contrasto dolce-senapato molto tipico.
  • Salvia e nocciole: tosta 2 cucchiai di nocciole tritate e uniscile al burro e salvia per un tocco croccante.
  • Leggera senza latticini: sostituisci burro con olio EVO e ricotta con patata lessa schiacciata; profuma con scorza d’arancia.

Abbinamento vino

Un bianco profumato e secco (Garganega, Soave, Lugana) o un rosso giovane e fresco (Lambrusco di Sorbara, Freisa) bilancia la dolcezza della zucca e la grassezza del burro.

A tavola in agriturismo

In autunno i ravioli di zucca sono spesso il primo piatto delle domeniche in campagna: sfoglia tirata a mano, ripieno fatto con la zucca dell’orto, burro della latteria vicina. Una ricetta che profuma di stagione e di casa, perfetta da condividere con chi ami.

Se ti è venuta voglia di provarli direttamente in agriturismo, cerca le strutture che propongono cucina tipica autunnale: spesso troverai il menu del giorno con la loro versione di ravioli di zucca, magari con un tocco di territorio tutto da scoprire. Buon appetito!

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Il foliage in Alto Adige/Südtirol è un mosaico che cambia ogni ora: larici che virano all’oro, vigneti che passano dal rame al rubino, meleti con foglie ambrate e tappeti di aghi profumati di resina. L’autunno qui non è una stagione: è un rito. E si vive all’aria aperta, tra malghe, masi e sentieri perfetti anche per famiglie.

Il momento giusto

Tra fine settembre e inizio novembre hai il picco di colori. In montagna i larici si infiammano prima (metà ottobre), mentre vigneti e castagneti nei fondovalle tengono fino ai primi di novembre. Dopo una notte fredda e un mattino di sole limpido, i colori sono più saturi: sveglia presto e macchina fotografica pronta.

Le valli e i luoghi da non perdere

  • Val di Funes: le Odle come quinte teatrali e prati punteggiati di larici dorati. La luce del tardo pomeriggio fa risaltare i contrasti.
  • Alpe di Siusi: altipiano enorme, perfetto per passeggiate facili tra baite e radure. Larici e cirmoli creano cromie calde a perdita d’occhio.
  • Val Pusteria: laghi iconici come Braies e Anterselva con riflessi rame e smeraldo nei giorni senza vento.
  • Val d’Ega: il Lago di Carezza in autunno è una tavolozza; nei boschi compaiono funghi e tappeti di aghi aranciati.
  • Strada del Vino/Oltradige: vigneti terrazzati, borghi storici e cantine; qui il foliage è una sinfonia di gialli e rossi.
  • Altipiano del Renon: facile da raggiungere, panorami su Catinaccio e Sciliar; non perdere le Piramidi di Terra tra i faggi arrossati.
  • Val Venosta: meleti e castagneti, colori tesi tra oro e mattone; bellissime le passeggiate lungo i Waalwege (antichi canali d’irrigazione).

Sentieri e gite facili

  • Keschtnweg (Sentiero del Castagno): da Bressanone verso Bolzano tra masi, castagneti e panorami dolci, ideale per Törggelen.
  • Malga Casnago e altipiano del Salto: larici monumentali e tappeti soffici, perfetti per foto e picnic.
  • Waalweg di Lagundo o di Morter: quasi in piano, vista sui vigneti e sul fondovalle.
  • Seceda e Puez-Odle: sali in funivia e cammina su crinali con larici radi e viste che tolgono il fiato.

L’esperienza del Törggelen

Autunno in Sudtirol significa Törggelen: osterie e masi aprono le Stuben per servire canederli, crauti, costine, castagne arrostite e mosto/novello. È il modo più gustoso di “mangiare il foliage” dopo una camminata. Prenota: i posti si esauriscono nei weekend.

Perché scegliere un agriturismo (maso) in autunno

Dormire in un maso ti mette nel paesaggio: colazione con succhi di mela del frutteto, marmellate fatte in casa, uova del pollaio; spesso puoi partecipare alla raccolta delle mele o delle castagne, oppure prenotare la cena tipica in Stube. Molti masi hanno piccoli wellness con sauna in legno: rientri dal freddo, ti scaldi e poi guardi il tramonto arancione dalla terrazza. In più sei già sui sentieri: zero traffico, zero parcheggi da cercare.

Itinerario espresso di 3 giorni

Giorno 1: Renon e Bolzano
Cabinovia per l’altipiano, passeggiata tra faggi e larici, visita alle Piramidi di Terra. Pomeriggio sulla Strada del Vino tra Caldaro e Appiano. Notte in maso con cena Törggelen.

Giorno 2: Val di Funes
Sosta alle chiesette di San Giovanni e Santa Maddalena, loop facile tra masi e prati. Merenda con speck e formaggi, rientro al tuo agriturismo.

Giorno 3: Alpe di Siusi o Val d’Ega
Giro ad anello tra baite sull’Alpe o lago di Carezza al mattino presto. Pomeriggio relax in sauna e castagne arrosto.

Consigli pratici

  • Luci e orari: alba e tramonto sono d’oro. Se c’è foschia, i boschi fotografati in controluce diventano magici.
  • Abbigliamento a cipolla: mattina fredda, mezzogiorno mite, sera frizzante. Portati cappello, guanti leggeri e una giacca antivento.
  • Mezzi: funivie per Alpe di Siusi, Seceda e Plose accorciano i dislivelli; la ferrovia della Val Venosta è panoramica e comoda.
  • Meteo: dopo le prime gelate i larici esplodono di colore; dopo piogge forti, i colori si smorzano per 24–48 ore.
  • Prenotazioni: agriturismi e Törggelen sono gettonati nei weekend d’ottobre; blocca prima possibile.

Cosa mettere nello zaino

Termos con bevanda calda, micro–pile, mantella leggera, bastoncini se cammini molto, sacchetto per raccogliere castagne cadute (dove consentito), power bank per il telefono.

Una nota per chi viaggia con bambini

Scegli masi con animali e prato: tra caprette, cavalli e altalene in giardino il foliage diventa un gioco. I Waalwege sono ideali per passeggini da trekking.

Conclusione

Il Sudtirol d’autunno è l’incontro perfetto tra natura e tradizione: cammini tra larici dorati, pranzi in una Stube profumata di castagne e rientri in agriturismo con il cielo che si spegne sul profilo delle Dolomiti. Se cerchi un posto dove il foliage non si guarda soltanto ma si vive, questo è il tuo indirizzo stagionale.

Novembre è l’occasione perfetta per staccare un po’ e godersi l’Umbria più romantica, tra il foliage, i panorami da cartolina e i sapori della buona tavola. Le nostre camere matrimoniali ti aspettano con questa offerta speciale:

Presso Agriturismo Ponte Di Riocchio AgriBenessere – Gubbio – > mappa

  • 2 notti con mezza pensione a 280 € (invece di 312 €)
  • 1 notte con mezza pensione a 150 € (invece di 156 €)

Anche i tuoi amici a quattro zampe sono i benvenuti: soggiornano gratis!

Durante il soggiorno puoi passeggiare tra i sentieri della campagna, fermarti a visitare le mostre mercato del tartufo, fare una tappa in cantina o in un frantoio e assaggiare olio novello e vini locali. Oppure semplicemente rilassarti, godendoti il ritmo lento della nostra bella campagna e le piccole gioie che rendono speciale una fuga autunnale.

L’offerta è valida per tutto il mese di novembre, così puoi scegliere il weekend che preferisci.

Ecco il link per richiedere l’offerta: https://www.agriturismi.it/it/umbria/gubbio/agriturismo_ponte_di_riocchio_agribenessere.html

Scorci d’autunno e luce calda

Voglia di zucche, foliage e notti stellate lontano dalla città? Quest’anno Halloween cade venerdì 31 ottobre 2025 e si incastra perfettamente con Ognissanti (sabato 1 novembre) e la Commemorazione dei Defunti (domenica 2 novembre): il ponte ideale per una fuga in agriturismo. Sul portale trovi già decine di proposte last minute dedicate al ponte di Ognissanti e ad Halloween, pubblicate direttamente dai gestori.

L’autunno in campagna è al suo meglio: zucche dell’orto, castagne e vini novelli, boschi accesi di rosso e arancio, temperature miti di giorno e sere davanti al camino. Molte strutture propongono pacchetti pensati per famiglie, coppie e gruppi di amici: soggiorni di due o tre notti con colazione contadina, cene a tema, degustazioni, laboratori con la zucca per i più piccoli, passeggiate tra i filari o nei boschi, visite in cantina e piccole esperienze benessere.
Chi viaggia con bambini può cercare agriturismi con camere familiari, area giochi e attività didattiche; per una fuga romantica, meglio puntare su country spa, cene a lume di candela e panorami tra colline e vigneti; per gli amici che vogliono divertirsi, ideali sono gli appartamenti con cucina, barbecue e la vicinanza a borghi che il 31 ottobre organizzano feste e visite serali.
Per scegliere bene conviene leggere con attenzione cosa include ogni offerta, verificare le politiche di cancellazione e portare in valigia scarpe comode e qualche strato caldo per gli eventi all’aperto. Nella pagina delle offerte speciali di Agriturismi.it dedicata al ponte di Ognissanti trovi proposte aggiornate pubblicate direttamente dai gestori: scorri per regione, seleziona le date e blocca l’opzione che preferisci prima che le disponibilità finiscano.

L’autunno in agriturismo è breve ma intenso: questo è il momento giusto per viverlo.

Ecco le offerte esclusive dei gestori di Agriturismi.it: Clicca qui

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Le castagne sono uno dei sapori più riconoscibili dell’autunno italiano. Raccontano di boschi che profumano di umido e di foglie, di camini accesi nelle sale comuni, di mani che si scaldano attorno a un cartoccio appena tostato. Negli agriturismi, la stagione delle castagne è anche un invito a vivere lentamente: una passeggiata tra i castagneti, il ritorno con il raccolto in cesta, la cottura condivisa in cucina o all’aperto, e poi la tavola dove i frutti diventano merenda, contorno o dolce rustico.

La stagione e la raccolta responsabile
Tra fine settembre e novembre i ricci si aprono da soli e lasciano cadere i frutti più maturi. È quello il momento giusto per cercarle: non si staccano dall’albero, si raccolgono a terra, scegliendo i frutti sodi e lucidi, senza fori o crepe profonde. In molte zone d’Italia la raccolta è regolamentata: nei boschi privati serve il permesso del proprietario, in quelli comunali possono esserci limiti di quantità o giornate dedicate. Gli agriturismi che sorgono ai margini dei castagneti, spesso, accompagnano gli ospiti con piccole uscite guidate e spiegano come muoversi senza danneggiare il sottobosco. Guanti robusti, scarponcini e ceste areate sono gli strumenti più semplici e corretti; i sacchetti chiusi, invece, fanno sudare i frutti e ne accorciano la vita.

Come sceglierle e conservarle
Anche quando si acquistano, le castagne migliori si riconoscono a tatto e orecchio: devono essere pesanti, senza vuoti interni, e non produrre il classico tintinnio quando si scuotono. A casa è bene conservarle in fresco e all’asciutto, meglio se in frigorifero nel cassetto delle verdure dentro un sacchetto forato. In pochi giorni conviene consumarle o cuocerle: una rapida bollitura o la tostatura in padella forata, seguite da pelatura quando sono ancora calde, permettono poi di usarle in zuppe, ripieni, creme e dolci. Chi desidera allungarne la stagione può inciderle e congelarle crude: torneranno utili nei mesi freddi per una merenda improvvisata.

Il gusto in cucina
La castagna, tecnicamente un frutto, in tavola si comporta quasi come un cereale: ricca di amido e naturalmente senza glutine, è saziante e si sposa benissimo con erbe aromatiche, salumi e formaggi di montagna, funghi e carni arrosto. Negli agriturismi più legati alla tradizione la vedrai protagonista di piatti essenziali, cucinati con pochi aromi e tempi giusti, perché la sua dolcezza tenue rimanga in primo piano.

Ricetta sarda: castagne bollite con la salvia
Tra i modi più semplici e profumati di gustarle c’è una preparazione di casa diffusissima anche in Sardegna: le castagne bollite con la salvia. È una ricetta senza fronzoli, da fine giornata, perfetta per una merenda calda o come piccolo intermezzo tra un antipasto di salumi e un secondo di carne. Si parte incidendo ogni castagna sulla pancia con un taglio orizzontale che attraversi buccia e pellicina: è un gesto decisivo per evitare che si aprano in cottura e per facilitare la pelatura. Le castagne si sciacquano in acqua fredda, scartando quelle che galleggiano, e si tuffano in una pentola colma di acqua profumata con un cucchiaio di sale grosso, alcune foglie di salvia fresca e una o due di alloro. In molte famiglie si aggiunge anche una scorza sottile di mandarino o arancia non trattata, che regala un profumo mediterraneo senza coprire. Dal bollore in poi si cuoce dolcemente per una mezz’ora abbondante, finché il cuore risulta tenero: il tempo esatto dipende dalla pezzatura, perciò conviene assaggiare. Una volta scolate, è utile lasciarle riposare coprendo la pentola per cinque minuti con un velo di acqua di cottura sul fondo: il vapore aiuta a staccare anche la pellicina più ostinata. Si servono calde, al naturale, o con un filo d’olio extravergine e un pizzico di sale. Qualcuno, in chiusura, le sfiora con un cucchiaino di miele di corbezzolo o di castagno per un contrasto gentile tra amaro e dolce.

Abbinamenti e atmosfera
Questo piatto chiede vini schietti e territoriali: una Vernaccia di Oristano se si ama il richiamo isolano, oppure un rosso giovane e non troppo strutturato, anche frizzante, capace di pulire il palato dalla morbidezza della polpa. In un agriturismo il momento più bello arriva spesso dopo cena, quando le ultime castagne bollite vengono passate di mano in mano e sbucciate in compagnia, mentre il camino cede le ultime braci.

Le castagne bollite con la salvia sono una ricetta che racconta il territorio in modo immediato: pochi aromi, cottura semplice, risultato confortevole. In carta funzionano come benvenuto di stagione, come merenda dopo una passeggiata tra i castagneti, come contorno a formaggi e salumi locali o come chiusura rustica del pasto. Soprattutto, sono un pretesto per vivere un’esperienza completa: dal bosco alla cucina, fino alla tavola condivisa.

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Comacchio è un dedalo di canali, ponti e case basse che profuma di mare e di valle. Un luogo sospeso tra terra e acqua, ideale per chi ama i borghi d’acqua, la natura del Parco del Delta del Po e una cucina identitaria, con l’anguilla regina della tavola. Il simbolo cittadino è il Trepponti, scenografico complesso seicentesco che unisce più canali in un unico crocevia di pietra.

Cosa vedere

Trepponti e ponti storici

Punto foto per eccellenza, il Trepponti era una vera porta d’acqua difensiva e commerciale: cinque rampe, una piccola piazza sommitale e antiche torrette di guardia. Da qui si colgono subito l’anima lagunare e i ritmi lenti del centro storico.

Manifattura dei Marinati

L’antica fabbrica dell’anguilla è un affascinante esempio di archeologia industriale. In autunno i forni della Sala Fuochi tornano ad ardere per la lavorazione tradizionale: taglio, infilzatura, cottura e confezionamento. Un ecomuseo vivo che racconta lavoro, pesca e cultura di valle.

Museo Delta Antico

Allestito nell’ex Ospedale degli Infermi, il museo narra la storia millenaria del Delta e dei traffici adriatici, con reperti romani e itinerari tematici. È il luogo giusto per capire come l’acqua abbia modellato paesaggi e comunità.

Valli e Saline di Comacchio

Fuori dal centro vi aspettano specchi d’acqua, canali, argini e casoni da esplorare a piedi, in bici o in barca. Le saline coprono centinaia di ettari e ospitano un’ampia colonia di fenicotteri: al tramonto lo spettacolo è memorabile.

Esperienze da non perdere

  • Birdwatching tra i fenicotteri, con migliori avvistamenti in primavera e autunno.
  • Giro in barca nei canali e nelle valli, per scoprire chiuse, argini e casoni da pesca.
  • Passeggiate slow in centro tra vicoli e ponticelli fino a Palazzo Bellini, sede di mostre ed eventi.
  • Percorsi in bicicletta sugli argini, adatti anche alle famiglie.

Sapori tipici

Il piatto identitario è l’anguilla di Comacchio, lavorata e marinata secondo un ciclo tradizionale che qui è una vera cultura. Da provare anche le zuppe di pesce di valle e i piatti con cefali, vongole e acquadelle. Ottimi i dolci casalinghi della tradizione ferrarese.

Quando andare

  • Primavera e autunno: clima mite, colori bellissimi in valle e massima presenza di avifauna.
  • Ottobre-dicembre: periodo della lavorazione dell’anguilla nei forni storici, spesso con aperture ed eventi dedicati.
  • Estate: perfetta per abbinare il mare dei Lidi di Comacchio a visite serali nel borgo illuminato.

Consigli pratici

  • Muoversi: in centro si gira bene a piedi; per valli e saline sono consigliate visite guidate e piccoli trasferimenti in bici o barca.
  • Orari e ingressi: museo ed ecomuseo hanno calendari stagionali; verificate sempre gli orari aggiornati prima della visita.
  • Dove dormire: scegliere un agriturismo in campagna, tra argini e canali, è il modo più autentico per vivere i ritmi della laguna e raggiungere facilmente sia il centro sia i percorsi naturalistici.
  • Cosa mettere in valigia: scarpe comode, antivento leggero e binocolo per il birdwatching.

Idee di itinerario in giornata

Mattina tra Trepponti, Manifattura dei Marinati e Museo Delta Antico; pranzo con specialità di valle; pomeriggio nelle saline tra capanni e specchi d’acqua; chiusura al tramonto con i fenicotteri e rientro nel borgo per una passeggiata serale.

Ecco la nostra selezione di Agriturismi nelle vicinanze di Comacchio: clicca qui

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    Arroccata su un promontorio che domina il Golfo dell’Asinara, Castelsardo è uno dei borghi più fotogenici della Sardegna. Vicoli lastricati, case color miele, bastioni a picco sul mare e una tradizione artigiana ancora viva la rendono perfetta per un weekend lento tra cultura, spiagge e sapori locali. E se vuoi vivere l’isola in modo autentico, scegliere un agriturismo nei dintorni è la mossa giusta: campagna silenziosa tra olivi e carrubi, cucina di casa con prodotti a km0 e quell’ospitalità familiare che fa la differenza.

    Perché scegliere un agriturismo vicino a Castelsardo

    • Atmosfera genuina: svegliarsi tra i profumi della macchia mediterranea e rientrare la sera lontano dal caos del litorale, ma a pochi minuti dal borgo e dalle spiagge.
    • Tavola tipica: pane carasau, formaggi di pecora, verdure dell’orto, miele e confetture, carni e paste fresche fatte in casa. Molti agriturismi organizzano cene su prenotazione e piccole degustazioni.
    • Esperienze: passeggiate tra vigneti e uliveti, tour in e-bike sulle strade panoramiche, laboratori di pasta o di pane, talvolta maneggi e attività per bambini.
    • Posizione strategica: base comoda per esplorare sia la costa (Lu Bagnu, Baia Ostina) sia l’entroterra gallurese e l’Anglona.

    Cosa vedere nel borgo

    • Castello dei Doria e Museo dell’Intreccio Mediterraneo: il simbolo di Castelsardo. All’interno del castello è allestito un museo dedicato alla cesteria tradizionale del Mediterraneo, con splendidi cestini, corbule e manufatti intrecciati in asfodelo e palma nana, testimonianza di un saper fare ancora vivo tra le artigiane locali.
    • Cattedrale di Sant’Antonio Abate: affacciata sul mare, custodisce opere di scuola tardo-gotica e un campanile che è un vero faro panoramico sul golfo.
    • Centro storico: saliscendi di vicoli, botteghe di artigiane che intrecciano davanti alle porte, piazzette da cartolina al tramonto.

    Spiagge e natura nei dintorni

    • Lu Bagnu: frazione balneare con spiagge di sabbia dorata e acqua turchese, perfetta in famiglia.
    • Baia Ostina: calette e scogliere scenografiche, ideale con maschera e pinne.
    • Roccia dell’Elefante: bizzarra formazione trachitica a bordo strada, sosta fotografica obbligata lungo la SS134.
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    Tradizioni e atmosfera
    Castelsardo è famosa per i riti della Settimana Santa, in particolare la suggestiva processione del Lunissanti. Durante l’anno non mancano eventi enogastronomici e mostre dedicate all’artigianato dell’intreccio. È un luogo dove il ritmo resta umano: ci si muove a piedi, si chiacchiera in piazza, si guarda il mare cambiare colore con la luce.

    Sapori da provare
    Zuppa gallurese, malloreddus al sugo di salsiccia, fregola ai frutti di mare, carciofo spinoso di Sardegna DOP in stagione, formaggi e miele locale. Nel calice, Vermentino di Gallura DOCG per i piatti di mare e Cannonau per le carni e i formaggi stagionati.

    Vi consigliamo la nostra selezione di agriturismi nel Nord della Sardegna per scoprire Castelsardo alloggiando nel verde

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    La Sardegna è una terra di sapori autentici, dove la cucina racconta storie di famiglia, di feste e di antiche tradizioni. Tra i piatti più iconici dell’isola, i ravioli sardi occupano un posto speciale: piccoli scrigni di pasta ripiena, dal gusto delicato e avvolgente, perfetti per un pranzo in agriturismo immersi nella natura.

    Per prepararli, servono pochi ingredienti genuini. Per la pasta:
    300 g di semola di grano duro rimacinata,
    100 g di farina 00,
    un cucchiaio di olio extravergine d’oliva,
    acqua tiepida quanto basta e un pizzico di sale.

    Per il ripieno: 300 g di ricotta di pecora fresca,
    un tuorlo d’uovo,
    50 g di pecorino sardo grattugiato,
    la scorza grattugiata di un limone non trattato,
    un pizzico di noce moscata e sale.

    Per il condimento, si può scegliere tra burro e salvia oppure un sugo di pomodoro fresco, completando con pecorino grattugiato.

    Si comincia impastando la semola e la farina con il sale, l’olio e l’acqua tiepida, fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Dopo un riposo di almeno mezz’ora, si prepara il ripieno mescolando la ricotta con il tuorlo, il pecorino, la scorza di limone, la noce moscata e il sale. Se il composto risulta troppo morbido, si può aggiungere un po’ di pangrattato.

    La pasta va stesa in sfoglie sottili. Su una di queste si distribuiscono piccoli mucchietti di ripieno, si copre con un’altra sfoglia e si sigilla bene intorno al ripieno. Con una rotella dentata o uno stampo si ritagliano i ravioli, che vanno poi disposti su un canovaccio infarinato.

    La cottura è veloce: bastano 3-4 minuti in acqua salata. Una volta scolati, si condiscono con burro fuso e salvia oppure con il sugo di pomodoro, e si completano con una generosa spolverata di pecorino.

    Per un tocco rustico, si può sostituire la ricotta con formaggio fresco di capra. E per un’esperienza autentica, non può mancare un bicchiere di Cannonau o Vermentino. I ravioli sardi si prestano anche alla conservazione: basta congelarli singolarmente su un vassoio e poi trasferirli in un sacchetto.

    I ravioli sardi sono molto più di un piatto: sono un viaggio nei sapori dell’isola, un abbraccio di tradizione e semplicità. Provali nel tuo agriturismo preferito o prepara questa ricetta a casa per portare un po’ di Sardegna sulla tua tavola.
    Ecco la nostra selezione di agriturismi in Sardegna per gustare la ricetta tipica sarda: clicca qui

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    Arroccata su una terrazza naturale a picco sul Mar Ionio, Taormina è una delle mete più affascinanti della Sicilia. La sua posizione privilegiata, le testimonianze storiche e l’atmosfera elegante la rendono un luogo unico, capace di conquistare viaggiatori di ogni parte del mondo. Qui si respira una combinazione di cultura antica, paesaggi mozzafiato e tradizioni mediterranee.

    Il monumento più famoso è senza dubbio il Teatro Antico, costruito dai Greci nel III secolo a.C. e successivamente ampliato dai Romani. Con il suo scenario naturale che abbraccia l’Etna e la baia di Naxos, è ancora oggi sede di spettacoli e concerti. Visitare il teatro al tramonto è un’esperienza che resta impressa nella memoria.

    Corso Umberto è la via principale della città, un elegante salotto a cielo aperto con boutique, bar e ristoranti. Da qui si diramano viuzze pittoresche che conducono a piazzette nascoste e scorci panoramici. Da non perdere Piazza IX Aprile, con la sua terrazza che regala uno dei panorami più belli della Sicilia.

    Oltre al fascino del centro storico, Taormina vanta un mare incantevole. La celebre Isola Bella, piccola riserva naturale collegata alla terraferma da una sottile lingua di sabbia, è ideale per un tuffo nelle acque cristalline. Le spiagge di Mazzarò e Spisone sono perfette per trascorrere giornate di relax e sport acquatici.

    La cucina di Taormina riflette la ricchezza gastronomica dell’isola: arancini, pasta alla Norma, involtini di pesce spada e dolci come cannoli e cassata. Un’esperienza imperdibile è gustare una granita con brioche in una delle storiche pasticcerie del centro.

    Consigli pratici per la visita

    • Taormina è molto frequentata, soprattutto in estate: prenotare alloggi e biglietti in anticipo è essenziale.
    • Un’escursione consigliata è la salita sull’Etna, facilmente raggiungibile da qui.
    • Per muoversi verso le spiagge, la funivia che collega il centro a Mazzarò è il modo più comodo e panoramico.

    Taormina non è solo una destinazione turistica, ma un luogo che racchiude l’essenza della Sicilia: cultura millenaria, paesaggi straordinari e un’accoglienza calorosa. Che sia per un weekend o una vacanza più lunga, questa perla sul mare resterà per sempre nel cuore dei suoi visitatori.

    Per vivere Taormina e la Sicilia in modo autentico, niente è meglio di un soggiorno in agriturismo. Immersi nella natura, tra agrumeti profumati, uliveti e vigneti, gli agriturismi offrono l’occasione di scoprire i sapori genuini della tradizione siciliana e di rilassarsi lontano dalla frenesia turistica. Da Taormina è facile partire alla scoperta di borghi tipici, cantine locali e percorsi naturalistici, arricchendo la vacanza con esperienze vere e indimenticabili.