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Bassano del Grappa: cosa vedere, cosa fare e dove fermarsi in agriturismo

Bassano del Grappa è una di quelle città che si fanno ricordare subito: il fiume Brenta che scorre tranquillo, le facciate color pastello che si specchiano nell’acqua, il suo ponte coperto in legno che unisce le due rive come un grande salotto all’aperto. Se cerchi una meta perfetta per un weekend tra cultura, passeggiate panoramiche e sapori autentici, Bassano è un’ottima scelta, soprattutto se la vivi con i ritmi lenti di un agriturismo.

Il Ponte degli Alpini: il cuore di Bassano

Il primo incontro con la città, per molti, è proprio qui. Il Ponte degli Alpini (o Ponte Vecchio) è una passerella in legno coperta, scenografica e “viva”: attraversalo con calma, guardando le correnti del Brenta e le case storiche che si affacciano sul fiume. Un consiglio pratico: torna sul ponte anche al tramonto, quando la luce scalda i colori e l’acqua diventa uno specchio.

Nei dintorni del ponte trovi scorci fotogenici, piccole botteghe e locali storici: è una zona perfetta per iniziare a orientarti e capire l’atmosfera di Bassano.

Centro storico: vicoli, portici e piazze eleganti

Bassano si esplora benissimo a piedi. Dal ponte, entra nel centro e lasciati guidare dai portici e dalle stradine ordinate.

Cosa non perdere:

  • Piazza Garibaldi e Piazza Libertà: sono le “stanze” principali della città, ideali per una sosta al tavolino e per osservare la vita che scorre.
  • Le vie dello shopping e delle botteghe: Bassano è famosa per artigianato, ceramiche, piccoli laboratori e negozi curati.
  • I belvedere sul Brenta: cerca i punti panoramici lungo il fiume, soprattutto nelle ore del tramonto.

Musei e luoghi culturali da mettere in agenda

Bassano non è solo bella da vedere: è anche interessante da “capire”. Se ti piace alternare passeggiate e cultura, inserisci almeno una tappa museale:

  • Museo Civico: spesso è il posto giusto per leggere la città attraverso arte e storia locale.
  • Itinerario della grappa: la grappa qui non è una semplice bevanda, è un pezzo di identità. Tra distillerie e musei dedicati, puoi scoprire lavorazioni, profumi e tradizioni con degustazioni guidate.

Sapori di Bassano: cosa assaggiare

Qui la cucina è concreta, stagionale e generosa. In città trovi ottime osterie; se alloggi in agriturismo puoi vivere la parte più autentica: prodotti locali, ricette di territorio, ritmi lenti.

Da provare (in base alla stagione):

  • Baccalà alla vicentina (spesso presente anche in area bassanese)
  • Bigoli e paste fresche con ragù di cortile o funghi
  • Polenta in varie versioni, con formaggi e carni
  • Asparago bianco di Bassano (primavera) e risotti legati alla campagna veneta
  • Formaggi di malga e salumi locali, ideali per un tagliere “da rientro” dopo una camminata
  • Grappa e distillati: meglio assaggiare poco ma bene, magari con una visita guidata

Perché scegliere un agriturismo per visitare Bassano

Dormire in agriturismo nei dintorni di Bassano ha un vantaggio immediato: vivi la città senza rinunciare al silenzio della campagna. È la soluzione ideale se vuoi:

  • Colazioni genuine e prodotti locali
  • Spazi ampi, natura e ritmi rilassati
  • Una base strategica per Bassano e le gite nei borghi vicini
  • Un’esperienza più autentica, fatta di stagioni, sapori e accoglienza

Ecco la selezione dei nostri migliori agriturismi per visitare Bassano del Grappa a contatto con la natura della campagna veneta.

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Natale in agriturismo ha un fascino tutto suo: l’aria che profuma di legna, le luci calde nelle sale comuni, la tavola che si riempie piano piano di piatti “di casa” e quel silenzio buono che in città, a dicembre, sembra impossibile trovare.

Se quest’anno hai voglia di rallentare davvero, un agriturismo è il posto giusto per vivere le feste senza corse, senza file e senza stress. E spesso con un bonus non da poco: ti svegli già dentro il paesaggio, che sia neve, colline, boschi o ulivi.

Per trovare le proposte clicca qui: https://www.agriturismi.it/it/offerte-speciali/natale_in_agriturismo

Le proposte di Natale 2025 possono includere solo il soggiorno oppure pacchetti completi con pranzo di Natale o cenone, spesso con menu tipici del territorio e prodotti della casa. In molte strutture trovi anche servizi che rendono tutto più comodo: camere e appartamenti riscaldati, spazi comuni accoglienti, aree per bambini, parcheggio, Wi-Fi e, in alcuni casi, piccole spa o vasche idromassaggio per aggiungere un tocco di relax alle giornate invernali.

Se viaggi in coppia, il consiglio è puntare su agriturismi piccoli, con poche camere e ristorante interno: l’esperienza è più intima e la cena delle feste diventa un momento speciale. Se parti con la famiglia, meglio scegliere strutture con spazi esterni, fattoria e attività per i più piccoli, così anche i bambini vivono un Natale diverso, fatto di natura e cose vere.

Un suggerimento utile: se vuoi visitare mercatini, borghi addobbati o fare qualche escursione, scegli una struttura ben posizionata rispetto alle mete che ti interessano, così ti potrai muovere facilmente nei giorni di festa.

Scorri le offerte di Natale 2025 e trova la soluzione giusta per te: una fuga breve o qualche giorno in più, tra sapori locali, atmosfera calda e la bellezza dell’Italia in inverno.

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Il 10 dicembre 2025, durante la ventesima sessione del Comitato intergovernativo UNESCO a New Delhi, la Cucina italiana – con il titolo ufficiale “La cucina italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale” – è stata iscritta nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.

Non si tratta di un riconoscimento a singoli piatti, ma a un intero modo di vivere il cibo: la tavola come luogo di incontro, il legame con la terra, i saperi tramandati in famiglia e nelle comunità locali. Esattamente ciò che, da anni, gli agriturismi custodiscono e rendono accessibile a chi viaggia.

In questo articolo vediamo cosa significa questo riconoscimento e perché, oggi più che mai, l’agriturismo è il posto giusto per vivere la vera cucina italiana “patrimonio UNESCO”.

Non solo ricette: cosa ha riconosciuto davvero l’UNESCO

Nel dossier approvato dall’UNESCO, la cucina italiana viene descritta come un mosaico di pratiche, rituali, stagionalità, convivialità, rispetto del territorio e trasmissione dei saperi da una generazione all’altra. Non è una lista di ricette, ma un patrimonio vivo, fatto di gesti quotidiani e relazioni sociali.

Gli elementi chiave del riconoscimento sono:

  • Il legame strettissimo tra cucina e territori, con una biodiversità agricola e culturale unica al mondo
  • La stagionalità degli ingredienti e l’importanza delle filiere corte
  • I rituali della tavola, dal pranzo della domenica ai piatti delle feste
  • La trasmissione dei saperi: nonni, genitori, osti, contadini, cuochi che insegnano “come si fa”

È un riconoscimento che parla di identità, memoria, ma anche di futuro: l’UNESCO sottolinea il valore della cucina italiana in termini di sostenibilità, rispetto dell’ambiente e diversità bioculturale.

Perché gli agriturismi sono i custodi naturali di questo patrimonio

Se c’è un luogo in cui tutto questo si vede, si tocca e… si mangia, è proprio l’agriturismo.

Nelle campagne italiane, gli agriturismi sono spesso aziende agricole vere e proprie, che coltivano, allevano e trasformano in casa gran parte di ciò che poi arriva a tavola. Questo mette in pratica, ogni giorno, molti dei principi citati nel dossier UNESCO: filiera corta, stagionalità, legame con il paesaggio, ricette tradizionali e convivialità.

Ecco come un soggiorno in agriturismo si trasforma facilmente in un’esperienza “patrimonio dell’umanità”:

  • Piatti preparati con ingredienti dell’azienda agricola o di produttori locali
  • Menù legati alle stagioni: asparagi e erbe spontanee in primavera, pomodori e verdure dell’orto in estate, funghi e castagne in autunno, ricette di maiale e piatti robusti in inverno
  • Ricette tradizionali raccontate direttamente da chi le cucina, spesso tramandate in famiglia
  • Tavolate condivise, degustazioni e cene in cui il momento del pasto diventa occasione di incontro tra ospiti e anfitrioni

In questo senso, gli agriturismi non sono solo “posti dove mangiare bene“, ma spazi in cui la cucina italiana viene vissuta e tramandata in modo autentico.

Chiedi da dove arrivano gli ingredienti

Un vero agriturismo legato al territorio non avrà problemi a raccontarti l’origine di ciò che mette nel piatto:

  • Olio prodotto dall’azienda o da un frantoio locale
  • Vino della zona, magari di piccole cantine
  • Formaggi di malga o di caseificio artigianale
  • Verdure dell’orto, uova fresche, salumi preparati in casa

Questa trasparenza è il primo segnale che sei nel posto giusto per vivere la cucina italiana come l’ha descritta l’UNESCO.

Scegli menù stagionali, non cataloghi infiniti

Diffida un po’ delle carte con decine di piatti sempre disponibili, estate e inverno. La cucina italiana patrimonio UNESCO è profondamente legata alle stagioni.

Molti agriturismi lavorano con menù fissi o molto brevi, che cambiano spesso: è un’ottima cosa, significa che si adattano a quello che la terra offre.

Cerca le ricette della tradizione locale

Il bello dell’Italia è che la cucina cambia ogni pochi chilometri. In agriturismo questo si vede benissimo:

  • In montagna troverai canederli, polente, zuppe rustiche, formaggi affinati in malga
  • In collina, paste fresche fatte in casa, arrosti, ortaggi dell’orto, vini importanti
  • In campagna, piatti “poveri” trasformati in capolavori: minestre di pane, legumi, verdure stufate, torte salate
  • Vicino al mare, pesce freschissimo, zuppe, fritture e preparazioni che uniscono orto e pescato

Ogni zona ha i suoi piatti simbolo: è proprio questa diversità bioculturale che l’UNESCO ha voluto riconoscere.

Un’occasione per provare la vera cucina italiana

Il riconoscimento UNESCO ha anche un valore economico e di tutela: le istituzioni italiane ricordano quanto sia importante difendere la cucina autentica dalla proliferazione di prodotti “Italian sounding” e di imitazioni poco fedeli.

Gli agriturismi giocano un ruolo importantissimo in questa partita:

  • Offrono ai viaggiatori un contatto diretto con prodotti certificati e di qualità
  • Raccontano la storia dei piatti, permettendo di capire cosa è davvero italiano
  • Valorizzano le piccole produzioni locali, spesso a rischio di scomparsa

Scegliere un agriturismo attento alla tradizione e al territorio significa, nel tuo piccolo, contribuire a mantenere vivo questo patrimonio e a sostenerlo anche dal punto di vista economico.

Cosa deve fare un agriturismo

Per chi gestisce un agriturismo, questo riconoscimento è anche uno stimolo:

  • Raccontare di più la propria storia, le ricette di famiglia, il legame con la terra
  • Rendere visibile la stagionalità del menù, spiegando perché certi piatti si preparano solo in alcuni periodi
  • Coinvolgere gli ospiti in esperienze legate al cibo: orto, vendemmia, corsi di cucina, degustazioni
  • Collaborare con altre realtà del territorio (cantine, caseifici, piccoli produttori) per proporre percorsi completi

Bisogna valorizzare tutto ciò che già si fa ogni giorno in modo consapevole, coerente e ben comunicato.

Un invito a tavola, in campagna

La notizia della cucina italiana riconosciuta come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità è, in fondo, una grande conferma: quello che viviamo nelle case, nelle trattorie di paese e negli agriturismi non è solo “mangiare bene”, ma un pezzo di identità collettiva che merita di essere protetto e tramandato.

Ogni volta che scegli un agriturismo per un pranzo, un weekend o una vacanza, hai l’occasione di sederti a una tavola che racconta il territorio, la sua storia e le sue persone. Oggi puoi farlo con la consapevolezza che quella tavola è, ufficialmente, parte di un patrimonio riconosciuto nel mondo.

Fonti: https://www.masaf.gov.it/cucina-italiana-patrimonio-unesco

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Il ponte dell’Immacolata 2025 è l’occasione perfetta per concedersi una breve vacanza e immergersi nella bellezza della campagna italiana. L’8 dicembre, festa tradizionale che segna l’inizio delle festività natalizie, offre la possibilità di staccare dalla routine quotidiana e regalarsi momenti di relax in location autentiche, tra natura, buon cibo e tradizioni tipiche del territorio.

Perché scegliere un agriturismo per il ponte dell’Immacolata

  • Atmosfera rilassante e familiare in mezzo alla natura, lontano dal caos delle città.
  • Cucina genuina con prodotti tipici locali e menu dedicati al periodo delle feste.
  • Possibilità di vivere esperienze uniche: degustazioni, laboratori, escursioni e mercatini natalizi.
  • Offerte esclusive per soggiorni in tutta Italia, adatte a coppie, famiglie e gruppi di amici.

Le migliori destinazioni per il weekend dell’8 dicembre

Sul portale Agriturismi.it trovi tantissime offerte per il ponte dell’Immacolata 2025 in strutture selezionate, perfette per scoprire borghi suggestivi e paesaggi mozzafiato. Tra le mete più richieste ci sono:

  • Toscana: da Civitella Paganico, Magliano in Toscana e Fiesole, ai borghi medievali di Pomarance e Radicofani, la regione offre agriturismi con piscina, ristorante e tante attività a tema invernale.
  • Marche e Umbria: soggiorni tra le colline di Montemaggiore al Metauro, Montalto delle Marche, Gubbio e Norcia, immerse nella natura incontaminata del Centro Italia.
  • Sardegna e Sicilia: Triei e Riposto propongono esperienze autentiche tra mare e tradizione.
  • Lombardia, Piemonte e Abruzzo: scopri offerte a Monzambano, Borgo Priolo, Fontecchio e Colonnella, ideale per chi ama relax e paesaggi suggestivi.

Scopri tutte le offerte su Agriturismi.it

Per organizzare al meglio il tuo weekend dell’8 dicembre scegli fra le numerose offerte speciali pubblicate su Agriturismi.it. Filtro intuitivo per regione, servizi come piscina, ristorante, centro benessere, e la possibilità di viaggiare anche con il tuo cane, rendono la ricerca facile e su misura per ogni esigenza.

Cosa aspetti? Pianifica ora il tuo ponte dell’Immacolata 2025 e vivi la magia delle feste in agriturismo!

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L’autunno è una stagione magica in Toscana: le colline si vestono di mille sfumature dal giallo all’oro, dal rosso al marrone, creando paesaggi da cartolina. È il momento perfetto per immergersi nella natura rigogliosa e godersi passeggiate indimenticabili tra borghi storici, vigneti e boschi. Ecco alcuni itinerari di foliage e natura da non perdere per vivere un autunno autentico in agriturismo.

1. La Val d’Orcia: poesia tra le colline dorate

La Val d’Orcia, con i suoi dolci pendii e borghi come Pienza, Montalcino e San Quirico d’Orcia, è tra i posti più suggestivi per ammirare il foliage. Le distese di cipressi, gli uliveti e i vigneti colorati regalano scenari spettacolari. Consigliamo una passeggiata tra i sentieri di Monte Amiata, dove i boschi si tingono di rosso e arancio. (agriturismi in Val D’Orcia)

2. Gli Appennini Apuani: natura selvaggia e colori intensi

Per chi ama un contatto più diretto con la natura, gli Appennini Apuani offrono boschi di castagni, querce e faggi che, in autunno, esplodono con tinte calde e avvolgenti. Camminate nei sentieri di Massa e Carrara possono essere seguite da degustazioni di prodotti tipici in agriturismi locali. (agriturismi vicino a Massa Carrara)

3. Il Chianti: fra vigneti dorati e borghi medievali

Il Chianti non è solo sinonimo di vino di qualità, ma è anche uno dei territori più belli per le escursioni autunnali. I filari di vite si tingono di rosso e giallo, incorniciando borghi come Greve in Chianti e Castellina. Un percorso panoramico tra cantine e agriturismi permette di assaporare i profumi dell’autunno toscano. (agriturismi nel Chianti)

Consigli pratici per il tuo soggiorno

  • Scegli un agriturismo nel cuore della Toscana per vivere l’esperienza a 360 gradi.
  • Approfitta delle attività proposte, come passeggiate guidate, degustazioni di vini e piatti tipici autunnali.
  • Porta con te scarpe comode e una macchina fotografica: ogni angolo regala un’immagine che resterà nel cuore.

L’autunno in Toscana è un invito a rallentare il ritmo e a godere dei piccoli piaceri della vita, immersi in uno scenario naturale senza tempo. Prenota ora il tuo soggiorno in agriturismo e lasciati incantare dai colori caldi del foliage toscano.

Ravioli

C’è un momento, tra vendemmia e castagne, in cui l’aria profuma di legna e la cucina di campagna si riempie di colori caldi. È il momento perfetto per i ravioli di zucca: un piatto semplice e poetico, tipico degli agriturismi del Nord Italia, che porta in tavola dolcezza, sapidità e tanta manualità.

Ingredienti per 4 persone

Pasta all’uovo

  • 300 g farina 00 (oppure 200 g 00 + 100 g semola rimacinata)
  • 3 uova medie
  • 1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
  • Un pizzico di sale

Ripieno

  • 500 g polpa di zucca già cotta e asciutta (delica o mantovana)
  • 120 g ricotta vaccina ben scolata
  • 60 g Parmigiano Reggiano grattugiato
  • Noce moscata q.b.
  • Sale e pepe

Condimento classico

  • 80 g burro
  • 8-10 foglie di salvia
  • 40 g Parmigiano Reggiano grattugiato
  • Pepe nero a piacere

Tempo: 60 minuti circa (più il tempo di riposo della pasta).
Difficoltà: media.
Occorrente: mattarello o tirapasta, rotella dentellata o stampo per ravioli.

Come preparare la zucca

Taglia la zucca a spicchi, elimina semi e filamenti, cuocila in forno a 180 °C per 35-45 minuti finché tenera. Recupera la polpa e lasciala asciugare in padella 3-4 minuti a fuoco dolce oppure in un colino per 30 minuti: il ripieno non deve essere acquoso.

Impasto

  1. Versa la farina a fontana, unisci uova, olio e sale.
  2. Impasta fino a ottenere una palla liscia ed elastica (8-10 minuti).
  3. Copri e fai riposare 30 minuti.

Ripieno

  1. Schiaccia la zucca, aggiungi ricotta, Parmigiano, noce moscata, sale e pepe.
  2. Mescola fino a una crema morbida ma sostenuta. Regola la sapidità: il ripieno deve essere leggermente saporito per bilanciare la dolcezza della zucca.

Formatura dei ravioli

  1. Stendi la pasta in sfoglie sottili.
  2. Distribuisci piccole noci di ripieno distanziate, copri con un’altra sfoglia, sigilla bene l’aria.
  3. Ritaglia con la rotella o con lo stampo. Lascia asciugare 10 minuti su un canovaccio infarinato.

Cottura e condimento

  1. Tuffa i ravioli in acqua bollente salata per 3-4 minuti.
  2. Intanto fai spumeggiare il burro con la salvia in padella.
  3. Scola delicatamente i ravioli, saltali nel burro profumato, completa con Parmigiano e una macinata di pepe.

I consigli dell’agriturismo

  • Zucca giusta: delica o mantovana hanno polpa asciutta e saporita.
  • Asciugatura: è il segreto del ripieno che non “scappa”. Se serve, aggiungi un cucchiaio di pangrattato fine.
  • Sigillo perfetto: inumidisci leggermente i bordi e premi con decisione. L’aria interna fa aprire i ravioli.
  • Antispreco: ritagli di pasta? Tagliali a maltagliati per una minestra del giorno dopo.
  • Servizio: scaldare i piatti aiuta a non raffreddare il condimento a base di burro.

Varianti regionali

  • Mantovana: aggiungi 2-3 amaretti sbriciolati e un cucchiaino di mostarda di frutta tritata fine nel ripieno, per un contrasto dolce-senapato molto tipico.
  • Salvia e nocciole: tosta 2 cucchiai di nocciole tritate e uniscile al burro e salvia per un tocco croccante.
  • Leggera senza latticini: sostituisci burro con olio EVO e ricotta con patata lessa schiacciata; profuma con scorza d’arancia.

Abbinamento vino

Un bianco profumato e secco (Garganega, Soave, Lugana) o un rosso giovane e fresco (Lambrusco di Sorbara, Freisa) bilancia la dolcezza della zucca e la grassezza del burro.

A tavola in agriturismo

In autunno i ravioli di zucca sono spesso il primo piatto delle domeniche in campagna: sfoglia tirata a mano, ripieno fatto con la zucca dell’orto, burro della latteria vicina. Una ricetta che profuma di stagione e di casa, perfetta da condividere con chi ami.

Se ti è venuta voglia di provarli direttamente in agriturismo, cerca le strutture che propongono cucina tipica autunnale: spesso troverai il menu del giorno con la loro versione di ravioli di zucca, magari con un tocco di territorio tutto da scoprire. Buon appetito!

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Il foliage in Alto Adige/Südtirol è un mosaico che cambia ogni ora: larici che virano all’oro, vigneti che passano dal rame al rubino, meleti con foglie ambrate e tappeti di aghi profumati di resina. L’autunno qui non è una stagione: è un rito. E si vive all’aria aperta, tra malghe, masi e sentieri perfetti anche per famiglie.

Il momento giusto

Tra fine settembre e inizio novembre hai il picco di colori. In montagna i larici si infiammano prima (metà ottobre), mentre vigneti e castagneti nei fondovalle tengono fino ai primi di novembre. Dopo una notte fredda e un mattino di sole limpido, i colori sono più saturi: sveglia presto e macchina fotografica pronta.

Le valli e i luoghi da non perdere

  • Val di Funes: le Odle come quinte teatrali e prati punteggiati di larici dorati. La luce del tardo pomeriggio fa risaltare i contrasti.
  • Alpe di Siusi: altipiano enorme, perfetto per passeggiate facili tra baite e radure. Larici e cirmoli creano cromie calde a perdita d’occhio.
  • Val Pusteria: laghi iconici come Braies e Anterselva con riflessi rame e smeraldo nei giorni senza vento.
  • Val d’Ega: il Lago di Carezza in autunno è una tavolozza; nei boschi compaiono funghi e tappeti di aghi aranciati.
  • Strada del Vino/Oltradige: vigneti terrazzati, borghi storici e cantine; qui il foliage è una sinfonia di gialli e rossi.
  • Altipiano del Renon: facile da raggiungere, panorami su Catinaccio e Sciliar; non perdere le Piramidi di Terra tra i faggi arrossati.
  • Val Venosta: meleti e castagneti, colori tesi tra oro e mattone; bellissime le passeggiate lungo i Waalwege (antichi canali d’irrigazione).

Sentieri e gite facili

  • Keschtnweg (Sentiero del Castagno): da Bressanone verso Bolzano tra masi, castagneti e panorami dolci, ideale per Törggelen.
  • Malga Casnago e altipiano del Salto: larici monumentali e tappeti soffici, perfetti per foto e picnic.
  • Waalweg di Lagundo o di Morter: quasi in piano, vista sui vigneti e sul fondovalle.
  • Seceda e Puez-Odle: sali in funivia e cammina su crinali con larici radi e viste che tolgono il fiato.

L’esperienza del Törggelen

Autunno in Sudtirol significa Törggelen: osterie e masi aprono le Stuben per servire canederli, crauti, costine, castagne arrostite e mosto/novello. È il modo più gustoso di “mangiare il foliage” dopo una camminata. Prenota: i posti si esauriscono nei weekend.

Perché scegliere un agriturismo (maso) in autunno

Dormire in un maso ti mette nel paesaggio: colazione con succhi di mela del frutteto, marmellate fatte in casa, uova del pollaio; spesso puoi partecipare alla raccolta delle mele o delle castagne, oppure prenotare la cena tipica in Stube. Molti masi hanno piccoli wellness con sauna in legno: rientri dal freddo, ti scaldi e poi guardi il tramonto arancione dalla terrazza. In più sei già sui sentieri: zero traffico, zero parcheggi da cercare.

Itinerario espresso di 3 giorni

Giorno 1: Renon e Bolzano
Cabinovia per l’altipiano, passeggiata tra faggi e larici, visita alle Piramidi di Terra. Pomeriggio sulla Strada del Vino tra Caldaro e Appiano. Notte in maso con cena Törggelen.

Giorno 2: Val di Funes
Sosta alle chiesette di San Giovanni e Santa Maddalena, loop facile tra masi e prati. Merenda con speck e formaggi, rientro al tuo agriturismo.

Giorno 3: Alpe di Siusi o Val d’Ega
Giro ad anello tra baite sull’Alpe o lago di Carezza al mattino presto. Pomeriggio relax in sauna e castagne arrosto.

Consigli pratici

  • Luci e orari: alba e tramonto sono d’oro. Se c’è foschia, i boschi fotografati in controluce diventano magici.
  • Abbigliamento a cipolla: mattina fredda, mezzogiorno mite, sera frizzante. Portati cappello, guanti leggeri e una giacca antivento.
  • Mezzi: funivie per Alpe di Siusi, Seceda e Plose accorciano i dislivelli; la ferrovia della Val Venosta è panoramica e comoda.
  • Meteo: dopo le prime gelate i larici esplodono di colore; dopo piogge forti, i colori si smorzano per 24–48 ore.
  • Prenotazioni: agriturismi e Törggelen sono gettonati nei weekend d’ottobre; blocca prima possibile.

Cosa mettere nello zaino

Termos con bevanda calda, micro–pile, mantella leggera, bastoncini se cammini molto, sacchetto per raccogliere castagne cadute (dove consentito), power bank per il telefono.

Una nota per chi viaggia con bambini

Scegli masi con animali e prato: tra caprette, cavalli e altalene in giardino il foliage diventa un gioco. I Waalwege sono ideali per passeggini da trekking.

Conclusione

Il Sudtirol d’autunno è l’incontro perfetto tra natura e tradizione: cammini tra larici dorati, pranzi in una Stube profumata di castagne e rientri in agriturismo con il cielo che si spegne sul profilo delle Dolomiti. Se cerchi un posto dove il foliage non si guarda soltanto ma si vive, questo è il tuo indirizzo stagionale.

Novembre è l’occasione perfetta per staccare un po’ e godersi l’Umbria più romantica, tra il foliage, i panorami da cartolina e i sapori della buona tavola. Le nostre camere matrimoniali ti aspettano con questa offerta speciale:

Presso Agriturismo Ponte Di Riocchio AgriBenessere – Gubbio – > mappa

  • 2 notti con mezza pensione a 280 € (invece di 312 €)
  • 1 notte con mezza pensione a 150 € (invece di 156 €)

Anche i tuoi amici a quattro zampe sono i benvenuti: soggiornano gratis!

Durante il soggiorno puoi passeggiare tra i sentieri della campagna, fermarti a visitare le mostre mercato del tartufo, fare una tappa in cantina o in un frantoio e assaggiare olio novello e vini locali. Oppure semplicemente rilassarti, godendoti il ritmo lento della nostra bella campagna e le piccole gioie che rendono speciale una fuga autunnale.

L’offerta è valida per tutto il mese di novembre, così puoi scegliere il weekend che preferisci.

Ecco il link per richiedere l’offerta: https://www.agriturismi.it/it/umbria/gubbio/agriturismo_ponte_di_riocchio_agribenessere.html

Scorci d’autunno e luce calda

Voglia di zucche, foliage e notti stellate lontano dalla città? Quest’anno Halloween cade venerdì 31 ottobre 2025 e si incastra perfettamente con Ognissanti (sabato 1 novembre) e la Commemorazione dei Defunti (domenica 2 novembre): il ponte ideale per una fuga in agriturismo. Sul portale trovi già decine di proposte last minute dedicate al ponte di Ognissanti e ad Halloween, pubblicate direttamente dai gestori.

L’autunno in campagna è al suo meglio: zucche dell’orto, castagne e vini novelli, boschi accesi di rosso e arancio, temperature miti di giorno e sere davanti al camino. Molte strutture propongono pacchetti pensati per famiglie, coppie e gruppi di amici: soggiorni di due o tre notti con colazione contadina, cene a tema, degustazioni, laboratori con la zucca per i più piccoli, passeggiate tra i filari o nei boschi, visite in cantina e piccole esperienze benessere.
Chi viaggia con bambini può cercare agriturismi con camere familiari, area giochi e attività didattiche; per una fuga romantica, meglio puntare su country spa, cene a lume di candela e panorami tra colline e vigneti; per gli amici che vogliono divertirsi, ideali sono gli appartamenti con cucina, barbecue e la vicinanza a borghi che il 31 ottobre organizzano feste e visite serali.
Per scegliere bene conviene leggere con attenzione cosa include ogni offerta, verificare le politiche di cancellazione e portare in valigia scarpe comode e qualche strato caldo per gli eventi all’aperto. Nella pagina delle offerte speciali di Agriturismi.it dedicata al ponte di Ognissanti trovi proposte aggiornate pubblicate direttamente dai gestori: scorri per regione, seleziona le date e blocca l’opzione che preferisci prima che le disponibilità finiscano.

L’autunno in agriturismo è breve ma intenso: questo è il momento giusto per viverlo.

Ecco le offerte esclusive dei gestori di Agriturismi.it: Clicca qui

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Le castagne sono uno dei sapori più riconoscibili dell’autunno italiano. Raccontano di boschi che profumano di umido e di foglie, di camini accesi nelle sale comuni, di mani che si scaldano attorno a un cartoccio appena tostato. Negli agriturismi, la stagione delle castagne è anche un invito a vivere lentamente: una passeggiata tra i castagneti, il ritorno con il raccolto in cesta, la cottura condivisa in cucina o all’aperto, e poi la tavola dove i frutti diventano merenda, contorno o dolce rustico.

La stagione e la raccolta responsabile
Tra fine settembre e novembre i ricci si aprono da soli e lasciano cadere i frutti più maturi. È quello il momento giusto per cercarle: non si staccano dall’albero, si raccolgono a terra, scegliendo i frutti sodi e lucidi, senza fori o crepe profonde. In molte zone d’Italia la raccolta è regolamentata: nei boschi privati serve il permesso del proprietario, in quelli comunali possono esserci limiti di quantità o giornate dedicate. Gli agriturismi che sorgono ai margini dei castagneti, spesso, accompagnano gli ospiti con piccole uscite guidate e spiegano come muoversi senza danneggiare il sottobosco. Guanti robusti, scarponcini e ceste areate sono gli strumenti più semplici e corretti; i sacchetti chiusi, invece, fanno sudare i frutti e ne accorciano la vita.

Come sceglierle e conservarle
Anche quando si acquistano, le castagne migliori si riconoscono a tatto e orecchio: devono essere pesanti, senza vuoti interni, e non produrre il classico tintinnio quando si scuotono. A casa è bene conservarle in fresco e all’asciutto, meglio se in frigorifero nel cassetto delle verdure dentro un sacchetto forato. In pochi giorni conviene consumarle o cuocerle: una rapida bollitura o la tostatura in padella forata, seguite da pelatura quando sono ancora calde, permettono poi di usarle in zuppe, ripieni, creme e dolci. Chi desidera allungarne la stagione può inciderle e congelarle crude: torneranno utili nei mesi freddi per una merenda improvvisata.

Il gusto in cucina
La castagna, tecnicamente un frutto, in tavola si comporta quasi come un cereale: ricca di amido e naturalmente senza glutine, è saziante e si sposa benissimo con erbe aromatiche, salumi e formaggi di montagna, funghi e carni arrosto. Negli agriturismi più legati alla tradizione la vedrai protagonista di piatti essenziali, cucinati con pochi aromi e tempi giusti, perché la sua dolcezza tenue rimanga in primo piano.

Ricetta sarda: castagne bollite con la salvia
Tra i modi più semplici e profumati di gustarle c’è una preparazione di casa diffusissima anche in Sardegna: le castagne bollite con la salvia. È una ricetta senza fronzoli, da fine giornata, perfetta per una merenda calda o come piccolo intermezzo tra un antipasto di salumi e un secondo di carne. Si parte incidendo ogni castagna sulla pancia con un taglio orizzontale che attraversi buccia e pellicina: è un gesto decisivo per evitare che si aprano in cottura e per facilitare la pelatura. Le castagne si sciacquano in acqua fredda, scartando quelle che galleggiano, e si tuffano in una pentola colma di acqua profumata con un cucchiaio di sale grosso, alcune foglie di salvia fresca e una o due di alloro. In molte famiglie si aggiunge anche una scorza sottile di mandarino o arancia non trattata, che regala un profumo mediterraneo senza coprire. Dal bollore in poi si cuoce dolcemente per una mezz’ora abbondante, finché il cuore risulta tenero: il tempo esatto dipende dalla pezzatura, perciò conviene assaggiare. Una volta scolate, è utile lasciarle riposare coprendo la pentola per cinque minuti con un velo di acqua di cottura sul fondo: il vapore aiuta a staccare anche la pellicina più ostinata. Si servono calde, al naturale, o con un filo d’olio extravergine e un pizzico di sale. Qualcuno, in chiusura, le sfiora con un cucchiaino di miele di corbezzolo o di castagno per un contrasto gentile tra amaro e dolce.

Abbinamenti e atmosfera
Questo piatto chiede vini schietti e territoriali: una Vernaccia di Oristano se si ama il richiamo isolano, oppure un rosso giovane e non troppo strutturato, anche frizzante, capace di pulire il palato dalla morbidezza della polpa. In un agriturismo il momento più bello arriva spesso dopo cena, quando le ultime castagne bollite vengono passate di mano in mano e sbucciate in compagnia, mentre il camino cede le ultime braci.

Le castagne bollite con la salvia sono una ricetta che racconta il territorio in modo immediato: pochi aromi, cottura semplice, risultato confortevole. In carta funzionano come benvenuto di stagione, come merenda dopo una passeggiata tra i castagneti, come contorno a formaggi e salumi locali o come chiusura rustica del pasto. Soprattutto, sono un pretesto per vivere un’esperienza completa: dal bosco alla cucina, fino alla tavola condivisa.