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La terza tappa del nostro viaggio alla scoperta delle modalità per avviare un’attività agrituristica in Italia si concentra sulla Liguria.

Come in molte altre regioni, per aprire un agriturismo in Liguria è indispensabile essere titolari di un’azienda agricola già avviata e disporre di locali idonei per l’esercizio dell’attività.

L’attività agrituristica, come definita dall’articolo 2 della legge regionale n. 37 del 21 novembre 2007, rappresenta uno strumento di valorizzazione e sostegno all’attività agricola, riconoscendo al contempo il suo valore ambientale, culturale e paesaggistico.

Il primo passo consiste nell’iscriversi all’Elenco regionale degli operatori agrituristici presentando domanda al Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari della provincia di competenza. Successivamente, è necessario richiedere l’autorizzazione al Comune dove si intende avviare l’attività o presentare la DIA (Dichiarazione di inizio attività). Alla domanda va allegata una relazione tecnica che descriva l’azienda.

Sul portale Agriligurianet, il sito ufficiale dedicato al settore agricolo ligure, si possono trovare numerose informazioni utili e indirizzi di riferimento, oltre alla possibilità di scaricare i moduli per la presentazione della domanda. Il sito fornisce anche dettagli sulla procedura per accedere agli incentivi previsti dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR).

Integrare l’accoglienza turistica con la tradizionale coltivazione offre agli agricoltori la possibilità di diversificare e ampliare la propria attività, con l’opportunità di accedere a finanziamenti e programmi regionali dedicati.

Le attività agrituristiche includono servizi di ricezione, ospitalità, degustazioni di prodotti aziendali e altre iniziative svolte dagli imprenditori agricoli attraverso l’uso della loro azienda, sempre in connessione con le attività di coltivazione e allevamento.

Per approfondire la normativa vigente:

  • Legge regionale n. 37 del 21 novembre 2007
  • Regolamento regionale n. 4 del 23 settembre 2008, che disciplina l’attuazione della legge n. 37/2007

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In Umbria, le aziende agricole che intendono avviare o potenziare un’attività agrituristica possono accedere a contributi previsti dal Programma di Sviluppo Rurale 2000–2006. In particolare, la Misura 311 Azione a) – Tipologia 1 sostiene investimenti mirati alla ricettività turistica e alla qualificazione dell’offerta agrituristica.

L’attività agrituristica consiste nell’ospitalità all’interno di strutture aziendali non più utilizzate per la produzione agricola. A questa funzione principale possono affiancarsi servizi complementari come la somministrazione di pasti e bevande, degustazioni, attività ricreative e culturali, e la vendita diretta di prodotti. È fondamentale che l’attività agricola rimanga prevalente in termini di tempo-lavoro rispetto a quella agrituristica.

Ogni operatore può ospitare fino a un massimo di 30 persone, indipendentemente dal numero e dalla dimensione degli edifici aziendali coinvolti.

Requisiti per l’avvio dell’attività

L’imprenditore agricolo, come definito dall’art. 2135 del Codice Civile, deve:

  • essere titolare di partita IVA,
  • essere iscritto alla Camera di Commercio,
  • essere in regola con gli obblighi contributivi,
  • possedere un’azienda agricola con superficie minima pari a:
    • 5 ha di seminativo,
    • 10 ha di pascolo o prato-pascolo,
    • 3 ha di colture permanenti,
    • 20 ha di bosco,
    • 2 ha di ortofloricole in pieno campo,
    • 0,3 ha di colture protette.

Nel caso di coltivazioni miste, la superficie minima si considera raggiunta quando la somma delle percentuali relative alle diverse tipologie colturali arriva al 100%.

L’imprenditore deve richiedere l’iscrizione all’“Elenco dei soggetti abilitati all’attività agrituristica” presso la Comunità Montana competente. Una volta iscritto, può presentare al Comune in cui si trova il fabbricato la Dichiarazione di Inizio Attività Agrituristica (DIAA), allegando la documentazione che attesti il rispetto dei requisiti sanitari, urbanistici e di sicurezza. Se l’attività si svolge in più fabbricati situati in comuni diversi, la DIAA va presentata a ciascun Comune interessato.

L’attività può iniziare dalla data di presentazione della DIAA, ma il Comune ha facoltà di effettuare verifiche e, in caso di irregolarità, può emettere provvedimenti di sospensione o divieto.

Riferimenti normativi

  • L.R. n. 28/1997 e successive modifiche – Testo coordinato sulla disciplina delle attività agrituristiche.
  • L.R. n. 15/2010 – Attuazione della direttiva 2006/123/CE sui servizi nel mercato interno e modifiche alle leggi regionali.
    • Le modifiche alla L.R. 28/97 sono contenute nel Titolo VI (artt. 54–64).

 

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